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La diagnosi in psicologia clinica

In psicologia il concetto di diagnosi di differenzia in modo sostanziale dal modo in cui viene inteso dal senso comune. Non si tratta tanto di capire "cosa ha" la persona quanto piuttosto di un processo volto a gettare luce sul modo, sul "come" funziona la persona in rapporto al proprio ambiente e alla sua storia.

Orientativamente possiamo immaginare il processo diagnostico su tre livelli (Stanghellini, Rossi Monti, 2009):
 

1° Livello: descrittivo/nosografico

Consiste in una sintesi ipotetica e provvisoria relativa agli aspetti formali dell'esperienza a cui si giunge attraverso una dettagliata descrizione dei sintomi e dei comportamenti/esperienze clinicamente rilevanti riferiti dalla persona.

2° Livello: psicopatologico-fenomenologico

E' volto alla ricerca del senso dei fenomeni descritti per quella specifica persona nel suo mondo e nel contesto delle sue relazioni. Si tratta di un'indagine accurata delle caratteristiche dell'essere-nel-mondo della persona: il suo modo di vivere il tempo, lo spazio, le altre persone, il proprio corpo, l'atteggiamento rispetto ai disturbi presentati e il significato che vi si attribuisce. Consente di individuare degli "organizzatori di senso" tramite i quali i singoli fenomeni e sintomi perdono il loro carattere caotico e disparato e assumono coerenza in quanto facenti parte di un insieme dotato di senso, di una struttura.

3° Livello: psicodinamico

 La coppia terapeutica va alla ricerca dei percorsi psicopatologici che hanno condotto la persona alla sua condizione di sofferente o malato. Viene quindi ricostruita la storia personale attraverso una narrazione che mette in un rapporto di significatività temporale i fenomeni psichici considerati.

I vari livelli della diagnosi non sono da considerare come una struttura fissa e sequenziale né tantomeno come un percorso obbligato. Dipenderà dalle specifica situazione e dalla domanda della persona approfondire alcuni aspetti invece di altri. Ad esempio può non essere necessario addentrarsi nella storia personale se non è utile ai fini degli obiettivi che ci si propone di raggiungere.

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